Un corretto inquadramento diagnostico dell’obesità è presupposto fondamentale per un efficace intervento terapeutico che miri non solo al decremento ponderale ma anche alla gestione delle comorbilità e al miglioramento della qualità della vita del paziente.

Elementi essenziali dell’iter diagnostico sono:

  • valutazione dell’entità dell’eccesso di peso;

  • identificazione delle condizioni favorenti l’obesità;

  • valutazione della presenza e della gravità delle complicanze associate all’obesità (Tabella 1).

    Tabella 1 Iter diagnostico per l’inquadramento clinico del soggetto obeso

Tali elementi sono reperibili attraverso un’attenta anamnesi, un esame fisico e specifici approfondimenti strumentali.

Valutazione anamnestica

Un’approfondita anamnesi è essenziale per una corretta diagnosi.

Nell’anamnesi familiare è importante valutare la familiarità per obesità e per patologie endocrino-metaboliche e cardiovascolari.

Nell’anamnesi patologica bisogna indagare:

  • eventuali patologie pregresse o presenti che possano essere causa di incremento ponderale (lesioni della regione ipotalamo-ipofisaria, ipercortisolismo);

  • forme iatrogene legate all’assunzione di farmaci favorenti l’incremento ponderale;

  • complicanze attribuibili all’eccesso di peso (diabete, ipertensione, malattie cardiovascolari, dislipidemia, steatosi epatica, apnea notturna, artropatie, ipogonadismo). A tal proposito, è bene indagare la presenza di sintomi riconducibili a tali patologie (Tabella 1).

Dall’anamnesi personale bisogna ricavare informazioni dettagliate sulla storia del peso, il peso alla nascita, l’età di insorgenza dell’obesità, i tentativi dietetici pregressi, il pregresso utilizzo di farmaci allo scopo di perdere peso. La raccolta di tali dati può essere agevolata dall’utilizzo del grafico del peso da elaborare insieme al paziente. A questo segue l’anamnesi alimentare attraverso un recall delle 24 h o l’uso del diario alimentare. Un’attenta analisi del comportamento alimentare consentirà di escludere la presenza di disturbi dell’alimentazione associati all’obesità come il disturbo da alimentazione incontrollata (DAI), la cui diagnosi può essere facilitata dall’utilizzo di test per la valutazione delle abbuffate compulsive (es. Binge Eating Scale, BES). Le informazioni sullo stile di vita, il livello di attività fisica attuale e pregresso completano la valutazione anamnestica [1].

Esame fisico

L’esame fisico prevede la valutazione delle seguenti misure antropometriche:

  • indice di massa corporea (IMC: peso in kg/altezza in \(\text{m}^{2}\)): identifica l’entità dell’eccesso di peso definendone le categorie: sovrappeso (\(25\text{--}29{,}9~\text{kg/m}^{2}\)), obesità lieve (\(30\text{--}34{,}9~\text{kg/m}^{2}\)), moderata (\(35\text{--}39{,}9~\text{kg/m}^{2}\)) e grave (\(>40~\text{kg/m}^{2}\)). L’IMC rappresenta un indice antropometrico indiretto di adiposità che necessita di un’integrazione clinica per la definizione del rischio cardio-metabolico del paziente e richiede una valutazione critica nei soggetti con rilevanti alterazioni della composizione corporea come i soggetti con elevata massa muscolare, edematosi o anziani sarcopenici;

  • circonferenza vita: misura indiretta del tessuto adiposo addominale, si associa a elevato rischio cardiovascolare se superiore a 94 cm negli uomini e a 80 cm nelle donne;

  • composizione corporea: ove sia possibile, la stima della composizione corporea (acqua corporea, massa magra, massa grassa), attraverso semplici metodiche come la bioimpedenziometria, rappresenta uno strumento utile per la valutazione e il monitoraggio dello stato nutrizionale;

  • frequenza cardiaca e pressione arteriosa: da valutare con bracciale di dimensioni adeguate. L’esame obiettivo deve essere completato con la ricerca di segni clinici suggestivi di altre patologie endocrine responsabili di incremento ponderale e di comorbidità associate all’obesità (Tabella 1).

È, inoltre, importante effettuare un’attenta valutazione della funzionalità motoria e osteoarticolare e del livello di autonomia fisica del paziente [1].

Valutazione biochimica e strumentale

Gli esami ematochimici e strumentali da effettuare in prima istanza mirano a identificare la presenza di fattori di rischio cardiovascolare e le comorbilità (Tabella 1).

L’esecuzione di approfondimenti diagnostici specialistici è subordinata alla valutazione anamnestica e clinica dello specialista [1, 2].

Stratificazione del rischio

Per definire la gravità dell’obesità è stato proposto un sistema di classificazione (Edmonton Obesity Staging System) che, indipendentemente dall’entità dell’eccesso di peso, tiene conto di parametri metabolici, fisici e psicologici [3]. Tale sistema si è dimostrato più efficace dell’IMC nel predire la mortalità. A partire da questo, la Società Italiana di Obesità (SIO) ha suggerito un algoritmo che consente di identificare l’opzione terapeutica preferenziale per il trattamento del paziente obeso (Tabella 2) [1].

Tabella 2 Algoritmo di cura SIO a partire dal sistema di stadiazione EOSS (Edmonton Obesity Staging System, EOSS). Le opzioni terapeutiche non sono da considerarsi esclusive ma additive. L’intervento sullo stile di vita è indicato i tutti i casi

Conclusioni

Un corretto inquadramento diagnostico e un’adeguata fenotipizzazione clinica del soggetto con obesità sono essenziali per identificare le opzioni terapeutiche più efficaci nel trattamento di tale complessa patologia.