La 68Ga DOTANOC PET-TC è una moderna metodica medico-nucleare che rivela la presenza di recettori per la somatostatina sulle cellule (nel caso specifico, utilizzando il chelante DOTA e l’analogo NOC).

La Figura 1 dimostra, in modo ben evidente, l’aumentata captazione del 68Gallio in corrispondenza del residuo post-chirurgico in un paziente operato per adenoma ipofisario non secernente, indicando la significativa presenza di recettori per la somatostatina. Gli adenomi ipofisari non secernenti o non funzionanti sono un gruppo eterogeneo di tumori caratterizzati dall’assenza di ipersecrezione ormonale. È stato dimostrato che essi possono esprimere alcuni sottotipi dei recettori della somatostatina, caratteristica teoricamente utile nel trattamento medico di tale patologia. Infatti, oltre alla radioterapia, è possibile utilizzare gli analoghi della somatostatina per bloccare la crescita di un eventuale residuo post-chirurgico. Abbiamo valutato [1] 20 pazienti, di età fra i 29 e 88 anni, 11 maschi e 9 donne, che erano stati sottoposti a intervento di neurochirurgia per via transfenoidale: 12 pazienti operati in più tempi e 8 operati una sola volta. In tutti i pazienti persisteva un residuo radiologicamente visibile. In previsione del trattamento con analoghi della somatostatina, si eseguì in 16 pazienti scintigrafia total-body con OctreoScan® finché non fu disponibile la 68Ga DOTANOC PET-TC corporea globale (eseguita per 4 pazienti), con lo scopo di ricercare la presenza dei recettori della somatostatina. Nei pazienti con esame medico-nucleare positivo per la presenza dei recettori [2] (quadro PET-TC esemplificato in Fig. 1) si instaurava terapia con analoghi della somatostatina a lento rilascio. Dei 20 pazienti in trattamento, 16 hanno un residuo stabile, 1 paziente ha interrotto la terapia per ricerca di gravidanza e 3 pazienti sono stati sottoposti a nuovo intervento neurochirurgico per progressivo ingrandimento del residuo ipofisario, in corso di terapia.

Fig. 1
figure 1

PET-TC con 68Gallio della regione sellare con evidenza di aumentata captazione del tracciante recettoriale in corrispondenza del residuo post-chirurgico localizzato in sede sotto-chiasmatica destra con estensione verso il seno cavernoso bilateralmente (destra > sinistra)

In conclusione, nei pazienti con residuo di adenoma ipofisario non secernente post-chirurgico si può valutare l’ipotesi di un trattamento con analoghi della somatostatina al fine di stabilizzare il residuo tumorale, previo rilevamento di ipercaptazione del residuo con metodica di imaging recettoriale. A tal proposito, bisogna sottolineare che nella stessa direzione di una medicina di precisione sono indirizzate recenti incoraggianti esperienze di trattamento degli adenomi ipofisari aggressivi mediante l’utilizzo di analoghi della somatostatina radiomarcati [3].