Swine flu. Ovvero: Quando la pandemia è informativa

Riassunto

Nella primavera del 2009 ho strettamente collaborato con Giorgio Palù, preside di Medicina dell’Università di Padova. Non ci sarebbe forse bisogno di specifiche professionali o accademiche, ma in ogni caso ricordo che questo elegantissimo e “britannico” docente è uno dei più importanti virologi della comunità scientifica internazionale, insegna a Padova e a Philadelphia (dopo un lungo periodo di ricerca in Inghilterra) ed è vice-presidente della Società europea di Virologia. Il 23 e 24 aprile del 2009 questa società scientifica celebrava in uno dei saloni del Campidoglio, a Roma, il suo congresso annuale. Si alternavano al tavolo dei relatori prima il tedesco Otto Haller, poi l’olandese Ben Berkhout, proponendo gli ultimi studi sui virus blue tongue e west Nile, e illustrando l’aggiornamento della rete internazionale che permette agli esperti e all’OMS dimonitorare e localizzare costantemente gli spostamenti e gli affioramenti di virus e di animali portatori di virus. Proprio lì, tra i più noti virologi delmondo, la notizia di qualcosa di preoccupante che stava accadendo inMessico era in circolazione, ma ancora sotto traccia. I media italiani iniziarono proprio quel giorno a occuparsene, arrivando più o meno alla spicciolata al Campidoglio per provare a comprendere di che si trattava. Il qualcosa divenne realtà con il nome di influenza virus A/H1N1, “influenza suina”.