Riassunto
Come avrebbe detto Cesare, è venuto davvero il momento di “gettare il dado” (anche in senso non metaforico) e di chiederci se sia possibile sviluppare un quadro teorico all’interno del quale analizzare il comportamento di variabili statistiche come quelle che abbiamo descritto nel capitolo precedente. Così come il concetto fondamentale per la descrizione dei dati statistici è quello di frequenza relativa, la chiave d’accesso ai modelli d’interpretazione teorica è data dall’idea di probabilità. Il compito che ci poniamo sembra a prima vista agevole, dato che il concetto di probabilità è ben radicato nel senso e nel linguaggio comune. Il guaio è che il significato che ad esso associamo cambia a seconda delle situazioni. Consideriamo ad esempio queste tre affermazioni:
-
A)
la probabilità che una particolare cifra nella successione dei decimali di π sia uguale a “sette” è del 10%;
-
B)
la probabilità di ottenere “quattro” lanciando un dado (onesto) è di 1/6;
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C)
la probabilità che domani piova a Milano è del 20% circa.
“Comment oser parler des lois du hasard? Le hasard n’est-il pas l’antithèse de toute loi?” J. Bertrand
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Piazza, R. (2009). Probabilità: concetti di base. In: I capricci del caso. UNITEXT(). Springer, Milano. https://doi.org/10.1007/978-88-470-1116-8_3
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