Estratto
Nei precedenti capitoli (7 e 9) più volte è stato accennato alla difficoltà che la tradizionale cultura medica ha portato per la comprensione dei concetti riguardanti lo psichico, nonché ai fraintendimenti che derivano dall’uso implicito e creduto scontato dei modelli medici applicati invece alla psiche, e agli equivoci per l’uso di termini creduti univoci in medicina come in psicologia. Su quest’ultimo aspetto qui ci soffermeremo, inquadrandolo negli ordinamenti universitari che delineano il percorso formativo dei medici e, differenziatamente, degli altri operatori, della Sanità e della Salute: le differenziazioni, pur volute e prescritte dal legislatore, trovano appunto negli equivoci terminologici un potente alibi, per cui la carenza di risorse si traduce nella mancata applicazione, di fatto, di percorsi formativi adeguatamente differenziati. La conseguenza è che non solo i modelli medici vengono indebitamente applicati allo psichico da parte dei medici stessi, ma anche da altri operatori, quelli della Salute in particolare, che dovrebbero differenziarsi dallo spirito medicalista, e che invece cadono sotto il grande e autorevole mantello del dottore, vanificando quanto configurato sulla carta dal legislatore.
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(2008). Psicologia Clinica e cultura medica. In: La mente medica. Springer, Milano. https://doi.org/10.1007/978-88-470-0792-5_10
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