Literatur
VediHandbuch des Magnetismus di J. Lamont, § 78. Leipzig 1867.
Vedi Biot,Traité de Physique exp. et math. tom. 3, pag. 106. Paris. 1816.
Ann. de Chim. et de Phys. tom. XXX, 1825.
Pogg.Ann. Bd. XVII, p. 403.
Lamont., loc. cit. § 78. Leipzig 1867. p. 385.
VediNuovo Cimento. 1877.
Archives des Sciences Phys. et nat. de Généve 1857, tom. XXXIV, p. 295.
Lamont, § 81, p. 394.
Il rapporto tra la corrente indotta fornita dalla spirale N. 1 (100 giri) e quella fornita dalla spirale N. 2 (200 giri) fu verificato parecchie volte e trovato sempre=1: 1,48.
Vedi sopra al § 1.
Gazzetta Chimica Italiana. Palermo 1876 e 1877.
È notevole però che questaperdita giornaliera incominci solamente dopo che la calamita ha subito degli scaldamenti, mentre prima il momento magnetico si manteneva costante per una lunga seguela di giorni. Credo che ciò debba attribuirsi al ricuocimento parziale sofferto dalle calamite lasciate raffreddare lentamente; sobbene al di sotto di 200°, questo ricuocimento non si manifesti nè all’azione della lima, nè ai colori dell’acciaio.
Barreau II, loc. cit. p. 119.
Loc. cit. Barreau II, pag. 121–122. Vedi i valori dip eq.p rappresenta il rapporto tra la forza che rimane alla calamita tornando alla temperatura 16°, dopo essere stata scaldata una sola volta a 100°;q il rapporto tra la forza che aveva a 100° e quella rimastale dopo tornata alla temperatura 16°;p q dunque sarà il rapporto tra la forza a 100° e la forza che aveva a 16° avanti lo scaldamento.
Nei tre mesi d’intervallo la calamita rimase sempre sospesa verticalmento entro il bagno col polo sud in basso.
La calamita lasciata per circa un mese in riposo sempre nella direzione dell’ago d’inclinazione riacquistò alquanto in forza.
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Poloni, G. Sul magnetismo permanente dell’acciaio a diverse temperature. Nuovo Cim 4, 206–232 (1870). https://doi.org/10.1007/BF02717667
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