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Esistono forme intermedie fra „le due specie di Bosmina”?

Gibt es Verbindungsglieder zwischen „den beiden Bosmina-Species”?

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  1. Monti, Rina, 1937, Numeri ecc. Memorie del R. Ist. Lomb. Sc. e Lett. v. 23.

  2. Buonamico, A., 1934,La Bosmina del lago di Molveno, Atti Soc. Ital. Sc. Nat. v. 73.

  3. Monti, R. edE. Stella, 1934,Il lago di Molveno ecc. Memorie Museo di St. Nat. della Venetia Tridentina v. 2.

  4. Lilljeborg, W., 1900,Cladocera Sueciae, Nova acta reg. soc. scient., ser. III, vol. 19, Upsala.

  5. Burckhardt, G., 1899,Faunistische u. systematische Studien über das Zooplankton der Schweiz und ihrer Grenzgebiete, Revue suisse de Zoologie t. 7.

  6. Ruehe, F. E., 1912,Monographie des Genus Bosmina, A. Bosmina coregoni im baltischen Seengebiet, Zoologica H. 67.

  7. Burckhardt, G., 1924,Zooplankton aus ost- und südasiatischen Binnengewässern, Bosminiden. Diese Zeitschrift Bd. 2, 2. Doppelheft, S. 217 ff.

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  8. IlAurich (1934, Zoologischer Anzeiger, v. 108, p. 59) riferendo sulle Bosmine trovate dalla Walacea-Expedition Woltereck rivede brevemente, ma con cura minuta il sistema delle Bosminide. Evitando la denominazione di «specie» con lodevole cautela parla di «circoli di razze» e ne riconosce per validi tre o quattro:longirostris, fatalis, coregoni e, come poco sicuro e vicinissimo al circolo di coregoni, le Bosmine, al cui mucrone si fanno vedere le incisure sul margine posteriore, denominate dallo StingelinB. Hagmanni. Quì non importa questa quarta «specie».

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  9. Horst Aurich (s. Fußnote 9) leitet seinen Bericht über die Bosminiden der Wallacea-Expedition durch eine gedrängte aber gute Revision der Familie ein. Er anerkennt die selben drei Arten wie ich, nennt sie aber höchst sachlich «Rassenkreise». Als fraglich fügt er die derB. coregoni nahe stehendeB. Hagmauni Stingelin an, bei der die Mucro-«Incisuren» am hintern Rande sichtbar werden. Auch damit hat er Recht, solange über die Natur der Incisuren eine klare Einsicht noch nicht durchgedrungen ist. Doch brauche ich in diesem ZusammenhangeB. hagmanni nicht zu berücksichtigen, da sie in allen bekannten Merkmalen (außer dem Mucro) mit B. coregoni übereinstimmt.

  10. Prenderò in considerazione anche questo secondo genere della famiglia, là dove è atto a dilucidare i caratteri delle Bosmine.Bosminopsis ziehe ich in Wort und Bild-bei, wo sie zum Verständnis von Bosmina beitragen kann.

  11. Le descrissi nel mio trattato di 1899/1900 p. 517: «Der Krallenträger zeigt ein solches kaum sichtbares Grüppchen» (feiner Härchen).

  12. Vedi RUEHE 1911.

  13. La serie di 6 a 7 dentini robusti sul porta-uncino «esistenti negli uni individui, assenti negli altri», i quali il DADAY descrive e raffigura nella suaB. coregoni var. chilensis (Termez. Füzetek, v. 25 p. 444) e di qualche Bosmine trovate in Paraguay (Zoologica 44) è probabilmente niente altro che i dentini dell'uncino stesso, visibili tra la cuticula del porta-unico della mua, aspetto ingannabile assai solito. Die «oft vorhandene, oft aber auch fehlende» besondere Bewehrung des Krallenträgers bei B. cor. var. chilensis und andern von DADAY kurz beschriebenen Bosminen ist wohl durch Häutung vorgetäuscht, und steht auf der neuen Cuticula der Endkralle.

  14. Parlando del «circolo» dilongirostris ilAurich dice testualmente: «Tutte le forme di questo circolo di razze sono sempre riconoscibili e discernevoli dagli altri circoli di razze all'armatura dell'uncino terminale delle femmine partenogenetiche».

  15. Über die hier behandelte Hauptfrage sagtAurich: «Alle Formen dieses Kreises (longirostris) sind stets eindeutig an der Bewehrung der Endkralle bei den parthenogenetischen ΦΦ zu erkennen und von denen der andern Rassenkreise zu unterscheiden. Übergangsformen dieses Merkmals wurden bisher noch nicht beobachtet.»

  16. Ripeto quì (fig. 12) la figura delLilljeborg, dimostrando che nella speciecoregoni il detto pelo può presentarsi sulla base dell'antennula anche nella femmina. Ich wiederhole (Fig. 12) eine Zeichnung LILLJEBORGS. die diese Borste am richtigen Orte zeigt: auf der Basis der Antenne (a. a. O. Tafel 38. Fig. 4).

  17. Osservando l'armatura dell'uncino terminale nel maschio diB. cor. c'è una differenza nel vederlo fra ilLilljeborg e me. Io non vedo un esiguo uncino secondario presso l'origine dell'uncino principale e, rimota di questo, una serie di dentini, ma in vece di ciò una serie continua di dentini divergenti, dei quali gli estremi sono i più grandi. Nella figura delThiebaud (1913, Zool. Anzeiger v. 42, fr. 169) il dentino quasi sviato delLilljeborg è messo nel suo luogo e l'armatura del postaddome è delineata ottimamente. Die etwa 6 Nebenzähne divergieren stark und nehmen gegen beide Enden der Reihe an Größe zu. LILLJEBORG hat sie etwas anders aufgefaßt. THIEBAUD (s. oben) bildet ein im Neuenburger See gefangenes Φ vonB. coregoni, mit lückenloser Reihe von Nebenzähnen ab, deren distaler nicht wie bei LILLJEBORG ventralwärts vortritt. Freilich stellt er die Größen- und Richtungsverhältnisse noch nicht ganz so dar wie ich. Die charakteristische Bewehrung des Postabdomens aber ist ganz richtig gezeichnet. Aus dem Bodensee dagegen kennen wir kein ♀ vonB. coregoni; denn das von WEISMANN (Zeitschr. f. wiss. Zoologie, 33) abgebildete «Φ vonB. coregoni», das ich (Fig. 26) wiederhole, ist unverkennbar eineB. longirostris.

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  18. Sia pure tentato di interpretare le figure nel sunto dell'appendice B.

  19. Adopero la parolaplancteri invece del solitoplanctonti, che basa su un malinteso linguistico greco. Dacchè spiegai questo fatto in una mia pubblicazione (Zum Worte Plankton, 1920, Zeitschrift f. Hydrologie v. 1, p. 190), venne addottata dalla terminologia di molti biologi svizzeri, tedeschi e russi.

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  20. Vedi nell'appendice B. sui Φ il sunto. Siehe die Tabelle, Anhang B: Φ

  21. Ueno Masuzo (Intern. Revue d. ges. Hydrobiol. u. Hydrogr. v. 35, p. 204) raffigura due Bosmine femminili raccolte in Manciuco, che denominaB. coregoni, di cui l'una porta un uovo efippiale. Ma visto lo scutello triangolare e la piccola dimensione dell'occhio, è molto probabile che queste Bosmine appartengono alla speciefatalis. Avendo trovato una femmina efippiale, il Ueno avrebbe potuto trovare anche il maschio e perciò determinare la specie con sicurezza.

  22. Vedi nell'appendice A sulle ♀ il sunto.

  23. Concorde con me ilAurich riconosce come caratteri sicuri l'armatura dell'uncino, la posizione della seta basale (lunghezza del rostro), la forma e la posizione dello scutello triangolare, la linea prima del fornice (ramificata verso il rostro o no) e la forma del postaddome maschile. Ma non tiene conto dell'unco prensile del primo paio. Parlando del «circolo» dilongirostris ilAurich dice testualmente: Tutte le forme di questo circolo di razze sono sempre riconoscibili e discernevoli dagli altri circoli di razze all'armatura dell'uncino terminale della femmina. Anche ilRylov 1935 (Das Zooplankton der Binnengewässer, Stuttgart, Schweizerbart) è d'accordo con me. Ma anche ilRylov lascia fuori i caratteri decisivi del maschio.

  24. Die «B. coregoni», die UENO in der oben angeführten Arbeit abbildet, gehören nach dem dreieckigen Schildchen und dem kleinen Auge fast sicher zuB. fatalis. Die ♂♂, die bei Anwesenheit von Latenzeier-♀♀ wohl zu finden gewesen wären, hätten volle Sicherheit ergeben.

  25. Siehe die Tabelle, Anhang A: ♀

  26. Als Merkmale seiner drei sichern Rassenkreise anerkenntAurich die selben Merkmale, die ich hier aufzähle. Nur den Greifhaken des I. Fußes vergißt er, wie er überhaupt das Männchen kaum berücksichtigt.Aurich sagt hiezu: «Alle Formen dieses Kreises (longirostris) sind stets eindeutig an der Bewehrung der Endkralle bei den parthenogenetischen ♀♀ zu erkennen und von denen der andern Rassenkreise zu unterscheiden. Übergangsformen dieses Merkmals wurden bisher noch nicht beobachtet.» Auch RYLOV hat 1935 in seinem äußerst brauchbaren Werk über das Zooplankton der Binnengewässer die Systematik der Bosminiden genau so aufgefaßt wie ich. Nur läßt auch er die spezifischen Merkmale des ♂ völlig außer Acht.

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Burckhardt, G. Esistono forme intermedie fra „le due specie di Bosmina”?. Zeitschrift für Hydrologie 9, 128–148 (1941). https://doi.org/10.1007/BF02486092

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