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Renaissance Surgeons: Anatomy, Manual Skill and the Visual Arts

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Early Modern Medicine and Natural Philosophy

Part of the book series: History, Philosophy and Theory of the Life Sciences ((HPTL,volume 14))

Abstract

By the second half of the sixteenth century, anatomy had become a conflicted resource for surgeons. Emphasized in a clinical context, anatomical experience was connected not only to less error, but to a practitioner’s violent approach to the living body of the patient. Taking the case study of two practitioners in late sixteenth-century Venice, this essay explores the problem of anatomy and the emergence of a more robust language of manual skill, with terms drawn from the visual arts.

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Notes

  1. 1.

    Croce, early in his career, spent time as a surgeon for the naval fleet of the Republic of Venice, when the fleet was providing protection to its own vessels and to the Mediterranean trade routes against attacks by the Ottomans. Subsequently in 1532, Croce received his license and was accepted as a member of the medical college, and in the late 1540s and throughout the 1550s, he served as Prior of the college (1548, 1550, 1551, and 1558). In this capacity, he would not only have provided patient care and often collaborated with physicians but also overseen examinations, apprenticeships, and appointments to government boards and other lucrative posts. See Bernardi 1826.

  2. 2.

    Croce first published two treatises on wounds in Giovanni de Vigo 1560, La prattica universale in cirugia. He then published a Latin surgery- ->, 1573, and an Italian surgery in 1574 and again in 1583. My translations come from the 1583 edition.

  3. 3.

    Croce 1574, preface 1...5. “dico, nel corpo humano (per dimostrar la differenza fra l’arte Chirurga de’Medici, e quella de’Marescalchi, che operano ne’ corpi inhumani, e bruti), dico vivente per far conoscer la Cirugia esser molto diversa dall’attioni anatomiche, che operano solamente nei corpi morti ... Perche è diversa l’arte anatomica della Chirurga, per ragion del soggetto, operando la Chirugia nel corpo humano vivente, e la anatomica nel corpo morto, per ragione del fine, perche si affatica la Chirurga a unire le parti, che sono separate, ò divise, e la anatomica a separar, e divider le parti continue e unite.”

  4. 4.

    Vigo 1560, A3. “La onde non sola stà bene a Cirugici, ma ancora à Fisici saper l’anotomia. Però che chi non sà anotomia, come dimostra Albuc[asis] non finisce di operare ne’corpi humani, tagliando, dando il fuoco, cucendo, e cosi fatti uffici facendo, si che per errore ne ammazzi qualchuno.”

  5. 5.

    The bibliography on this topic is extensive and growing. See Park 1994, 1–33; 1995, 111–132; and 2006; Siraisi 1990, 153–86; Carlino 1994, and especially 1999; and most recently, Kusukawa 2012.

  6. 6.

    Gentilcore 2006; Eamon 1994 and 1993, 29–44.

  7. 7.

    Smith 2004 and Long 2011.

  8. 8.

    Pullan 1964, 407–28. This article adjusts the view of general deterioration offered by Braudel 1949.

  9. 9.

    Masciandaro 2007, introduction, suggests that the terms of labor represent the experience of work in its subjective, effortful dimensions or in its objective dimensions: in medieval English, his area of expertise, werk and craft emphasize the product while travail and labour emphasize the effort and livelihood that went into making the product.

  10. 10.

    For artisans, see Smith, 3–30, 59–94; and Long, 30–37; for the technical arts- ->, Whitney, 1990; and Roberts et al. 2007; and in the context of medicine, von Staden 2007, 21–49; and Lawrence 1999, 156–201.

  11. 11.

    Prudence was a fixture of the textual tradition of learned medicine—present in Cardano’s autobiography, in the genre of “rules of caution” for physicians, and in the many medical topics that were influenced by Nicomachean Ethics (book 6).

  12. 12.

    Carlino 2005, 559–82; Gentilcore 1997, 75–110.

  13. 13.

    Farrington 1932, 39–48.

  14. 14.

    Ibid, 41–42.

  15. 15.

    BMV, It.VII 2370 (9668), Cap XXXVI, 81, De anotomia. Between 1550 and 1605, the records indicate anatomies took place in 1574, 1585, 1594, 1602, 1603. See BMV, It. VII.2327-2335 (9721–9729) Collegio medico chirurgico di Venezia: Atti (1476–1805), Libro D: 1549–1628 (cc.171). In addition, Palmer 1979, 451–460.

  16. 16.

    BMV, xxxvi, ibid.

  17. 17.

    See McVaugh 2006; Siraisi 1990; and Nutton 1985, 75–99.

  18. 18.

    BMV, Libro D: 1549–1628 (cc.171). “li barbieri ossino medicare burschi, sgraffadure, macedure, feri de, et altri simili casi…senza alcuna altra licentia…Ma si fanno lecito etsi Barbieri imperiti et inesperti…terminatione, medicare o operar non solamente nelli casi ditti in detta termination; la danno medicare per bocca, se fanno ogn’altro operation che ad eccelense e esperto fisico in cirugico converebbe.”

  19. 19.

    Ibid, 113, July 3, 1601. “si potra dire con verità che…sono molti barbieri, donne, fachini et altra simil gente che vanno distrugendo li corpi humani et con la lor morte occidendo ancor le misere et infelici famiglie che restano oppresse per la morte de Padri et loro beneffattori.”

  20. 20.

    Fioravanti 1564. This text was republished several times and by several printers in the subsequent decades. I quote below from the Sessa edition of 1572.

  21. 21.

    Eamon 2010, calls this Fioravanti’s anti-establishment rhetoric.

  22. 22.

    Fioravanti 1572, 49r-50v. “Ma io per me ho sempre veduto, che i cirurgi, che sono buoni anatomisti, quando medicano piaghe, sempre vogliono fare la loro anatomia coi ferri tagliando le povere carni humane, come se fossero brasuole di porco, vogliono raschiare gli ossi, dare fuoco.”

  23. 23.

    Fioravanti 1572, 49v. “…i Cirugici, i quali volgiono sostenare, che loro sono stati gli inventori di questa anatomia, allegando che di continuovo ne’studii publici tagliano huomini morti, facendo notomia di essi, per insegnare alli Scolari, come sta la compositione dei corpi humani, accioche poi sappino medicare, quando eglino pratticaranno la Cirugia.”

  24. 24.

    Carlino 1994, 118–119, 219, traces the historical evidence for the general ‘disgust’ for dissection in the anatomical literature of the early period. Anatomists reflect on the superstitions about the dead body as a contaminating object.

  25. 25.

    Fioravanti 1570, 215. “E questa è la prova, che la notomia è contra l’ordine di natura, che ella sia contra conscienza lo dirò io, ma poi lo lasciarò giudicare ad altri, truovo io per le cose che hò viste, e provate, che i lupi non danno mai fastidio alli corpi di lupi morti, i cani, i gatti, gli uccelli, pesci vivi, mai molestano i corpi morti della loro generatione.”

  26. 26.

    This work, published several times in the sixteenth century, was an extension of Fioravanti’s tracts on surgery- ->, first published by Pietro and Lodovico Rostini 1561.

  27. 27.

    Fioravanti 1572, 20. “Percioche tutti quelli, che hanno scritto de vulnibus capitis consegliano i cirugici, che quando sarà data una ferita in testa ad alcuno, che subito gli ne dieno un’altra in traverse, e scoprino l’osso, e se l’osso è tagliato scoprino la dura madre; cose che la natura hà usato tanto artificio in coprirle, e il cirugico che è ministro della natura, ordina che si faccia contra l’ordine della natura, e dove la spade hà fatto trè caratti di male, il medico ne vuol far dieci; cosa che non sò come possi stare, mi maraviglio assai de’medici, che lo fanno, e non sò con qual ragione lo possino sostentare, nè con quale esperientia lo possino dimostrare; ma molto più mi maraviglio, di quei, che son feriti, che si lasciano cosi tormentare senza alcuna ragione che sia probabile, e poi quando i cirugici hanno tagliato dilatator, e scoperto l’osso, e scoperta la dura madre, non sanno quasi ciò che fare, però che hanno medicamenti, coi quali possano conservare le parti offese, prohibire l’alterationi, liquefare il sangue, assotgliar la Marcia, incarnar la ferita, e sanarla senza pericolo del ferito….”

  28. 28.

    Ibid, 216. “che quando medicano un ferito di testa, che hà una ferita per il longo, gli ne danno un’altra per traverse, e se l’osso è coperto, lo scoprono, e se hà un picciol taglio, li fanno una gran rassatura, e di questo ne hò parlato a sofficienza nel capitol delle ferrite di testa, e quando uno hà una picciola stoccata, la vogliono aprire, e dilatare, e cosi sempre in tutti i casi cirugicali, vanno esercitando la anatomia, che hanno imparata, ma quando impariamo la anatomia, saria molto meglio d’imparar l’agricoltura, e di fare rimedii da sanare le ferite, e altre piaghe, con più facilità, e manco tormento del ferito….”

  29. 29.

    Ferrara 1596, n.p. “Per grave o leggier anche sia la ferita consideri il Cirugico ben la sua qualità, e giudicando che si debbia di’atar, e allargar la cutica sia presto a far quanto si deve, e guardi diligentemente se vi sarà alcuna frattura per usar ogni sorte di accuratezza per trovar il fine d’essa frattura con li suoi Roini taglienti, e accommodate a tal effetto.”

  30. 30.

    Fioravanti 1572, 227. “che noi siamo meglio composti de gli altri animali, perche un castrato hà tutto quello c’habbiamo noi, hà sangue, carne, nervi, vene, muscoli, e ossa, e interiormente hà fegato, polmone, cuore, milza, e tutto quello ch’habbiamo noi, e si generano, nascono, crescono, vivono, e muorono senza usare la notomia, se non quando il beccaro il scortica, e il cuoco li smembra per cucinarli, la conslusione nostra adunque sarà, che la notomia sia un’arte molto sottile, e di grande ingegno, ma poco necessaria al mondo, come in diversi luoghi de’miei scritti hò dimostrato.”

  31. 31.

    Lewis 2014, 117–124.

  32. 32.

    Ibid. See also, Cherchi 1980.

  33. 33.

    Croce 1574, preface 1. “La cirugia à la più vecchia e la più certa parte di tutte la medicina, e è un’habito dell’intelletto prattico, acquistato con molte regole, e isperimenti, accioche con artificiosa operatione delle mani, e stromenti accommodati, uniendo, separando, e togliendo via molti affetti nel continuo delle parti del corpo humano: presto, sicuramente, e con poco dolore danar possi dico, che è artificiosa operatione fatta con le mani del Medico, a differenza di molte altre operationi fatte da lui con l’intelletto, dividendo, componendo, risolvendo, diffiniendo, dimostrando, o altramente operando con le parti dell’anima: Et è artificiosa operatione, cioè fatta con ordine, con arte, con prudenza, e non senza leggiadria, e è regolata dall’anatomia, e da una lunga prattica, laqual consiste in quelle cose, che con certe ragioni sono approbate, e confirmate con frequente esercitio, et operatione, et anche da natural ragione; imperoche essendo arte, e operatione, che cura alcun morbo, necessariamente piglia l’ingegno della cura dalla essenza di quello, laqual’è dimostrata con scienza, e natural ragione dal Theorico.”

  34. 34.

    See Croce 1573. “Opus nimirum artificiosum ipsarum manuum est, ab operationibus intellectus admodum di versum…quae fiunt dividendo, componendo, definiendo, demonstrando, sive quovis alio modo operando: est tamen opus, quodmethodo, idest ordine, arte, et prudentia perficitur; ac ab anatome, et longa praxi, quae in iis consistit, quae certa ratione excogitate sunt, et frequenti usu confirmata, dirigitur.” See Croce 1574, 1583. “che è artificiosa operatione fatta con le mani del Medico, a differenza di molte altre operationi fatte da lui con l’intelletto, di videndo, componendo, risolvendo, diffiniendo, dimostrando, o altramente operando con le parti dell’anima: Et è artificiosa operatione, cioè fatta con ordine, con arte, con prudenza, e non senza leggiadria, e è regolata dall’anatomia, e da una lunga prattica, laqual consiste in quelle cose, che con certe ragioni sono approbate, e confirmate con frequente esercitio, et operatione, et anche da natural ragione.” My emphasis.

  35. 35.

    These terms originate to some extent in Petrarch, for whom leggiadria is connected to honore, virtute, honestate, and bellezze in forme. In the Vocabolario della Accademia della Crusca (Venice 1724), the entry for leggiadria cites a number of other texts including the Galatea and M. Francesco Alunno da Ferrara’s “observations” on Petrarch, which provide additional terms in the gloss on Petrarch. See especially M. Francesco Alunno da Ferrara (Venice, 1550) and his entry on leggiadria, 240.

  36. 36.

    Eds. Barbara Cassin, Emily Apter, Jacques Lezra, Michael Wood, 2014, 559-560. This text was first published in French as Vocabulaire européen des philosophies: Dictionnaire des intraduisibles (Paris: Editions de Seuil, 2004).

  37. 37.

    On this debate, see Roskill 1968; Rosand 1988; and especially, Summers 1981 and 1987.

  38. 38.

    Alberti 1550, 257. “per il quale tutta la faccia della bellezza risplende miracolasamente, ilche appresso di noi si chiamera leggiadria; la quale certamente noi diciamo che è la nutrice d’ogni gratia, e d’ogni bellezza, e è l’officio della leggiadria.”

  39. 39.

    Lomazzo 1584, 411. “L’ordine Corinthio richiede molto più che l’ordine Ionico le membra sottili e leggiadre, intagliate più minutamente di lavori, che tirano à legami, fiori, frondi, e foglie d’ogni maniera.” Enhancing the link between leggiadria and vaghezza, Lomazzo devoted a chapter to dei moti della vaghezza, where he explains: “La leggiadria fà gl’atti vaghi…in tutte le cose sono desiderati, si come quelli che generano ammiratione, e sono il proprio ornamento delle cose, facendo comparire il leggiadro giovane, ò verginella nel più gratioso habito, e meglio concertato che si possa cosi per sua convenienza, come per diletto dell’occhio, che solo delle bellezze, e cose ben fatti si appaga. Però questi moti leggiadri difficilmente possono risplendere in un corpo brutto, è scomposto. La gentilezza fa gl’atti gratiosi, cortesi, nobili, e virtuosi” (146).

  40. 40.

    Vasari 1966, preface. “allaquale mancava una leggiadria di fare svelte e graziose tutte le figure, e massimamente le femmine, e i putti con le membra naturali.”

  41. 41.

    Ridolfi 1648, 382. “ed in questa volle imitare la leggiadria del Parmegiano con esquisito colorire, si che paiono vive figure.”

  42. 42.

    Lana 1670, Chapter 3: Concepts pertaining to color, 150. “finalmente queste si devono riempire de’suoi proprii lumi, il che si fa o con semplice chiaro, e scuro; o pure con i colori, i quali fanno molto migliore effetto, perche piu imitano il naturale, e danno vaghezza, e leggiadria al disegno.”

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Klestinec, C. (2016). Renaissance Surgeons: Anatomy, Manual Skill and the Visual Arts. In: Distelzweig, P., Goldberg, B., Ragland, E. (eds) Early Modern Medicine and Natural Philosophy. History, Philosophy and Theory of the Life Sciences, vol 14. Springer, Dordrecht. https://doi.org/10.1007/978-94-017-7353-9_3

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