Riassunto
La fotografia digitale: sabbia, meccanica quantistica, tanto ingegno e ricerca fondamentale. I rivelatori al silicio possono essere strutturati in modo tale da registrare le immagini e riprodurle fedelmente: le fotografie digitali. Alla base del loro funzionamento sta l’effetto fotoelettrico spiegato da Einstein nel 1905. L’arte e la scienza sono le due facce della stessa medaglia: la creatività.
La fotografia — l’arte che ci permette di conservare dolci memorie, di documentare eventi e di fermare il tempo. Al giorno d’oggi la fotografia è digitale — una camera a rivelatori al silicio, chiamati rivelatori CCD (Charge-Coupled Device), riesce a fotografare migliaia di immagini; quelle che non ci piacciono possono facilmente scomparire per sempre — basta un click. Le altre invece rimangono nella memoria di un computer, oppure vengono conservate su un’unità di memoria. Poche vengono anche stampate su carta.
Le fotografie possono raggiungere l’eternità attraverso il momento. Henri Cartier-Bresson
Access this chapter
Tax calculation will be finalised at checkout
Purchases are for personal use only
Preview
Unable to display preview. Download preview PDF.
Author information
Authors and Affiliations
Rights and permissions
Copyright information
© 2013 Springer-Verlag Italia
About this chapter
Cite this chapter
Curceanu, C.O. (2013). Le fotografie digitali: l’occhio elettronico. In: Dai buchi neri all’adroterapia. I Blu — Pagine Di Scienza. Springer, Milano. https://doi.org/10.1007/978-88-470-5241-3_23
Download citation
DOI: https://doi.org/10.1007/978-88-470-5241-3_23
Publisher Name: Springer, Milano
Print ISBN: 978-88-470-5240-6
Online ISBN: 978-88-470-5241-3
eBook Packages: Physics and AstronomyPhysics and Astronomy (R0)