Riassunto
Per consultazione ambulatoriale si intende l’insieme di una prima visita e di un numero limitato di visite complementari successive (idealmente da 1 a 5), effettuate da un’unica figura di riferimento, il medico specialista, con una modalità aperta, cioè walk-in o su semplice appuntamento, e senza ricovero. All’origine di una consultazione ambulatoriale vi è una situazione problematica del paziente e della sua famiglia, che per vari motivi giunge a un punto critico, e che viene perciò portata all’attenzione del medico. Obiettivo della consultazione è di arrivare, in un tempo breve: 1) a un’idea chiara ed esaustiva della natura delle difficoltà attuali del paziente; 2) a un’ipotesi diagnostica; 3) alla richiesta mirata di valutazioni più approfondite, quando necessario; e 4) alle indicazioni appropriate per la presa in carico (counselling, terapia, riabilitazione, altro) fornendo per quanto possibile una risposta, perlomeno iniziale, alle richieste con cui il paziente e i suoi familiari sono arrivati. Questi obiettivi vengono perseguiti grazie a una sequenza di atti clinici che comprendono sempre una prima visita, più o meno lunga; spesso uno o più incontri successivi (colloqui con il paziente e con i genitori, eventualmente sedute aggiuntive a scopo mirato); e un colloquio di restituzione. Alla iniziale consultazione possono seguire, più avanti nel tempo, visite di controllo e di follow-up, sia programmate di volta in volta dal medico sia su richiesta del paziente.
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Ivancich, V. (2012). La consultazione ambulatoriale. In: L’ambulatorio in psichiatria dell’età evolutiva. Springer, Milano. https://doi.org/10.1007/978-88-470-2703-9_2
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