Riassunto
Come tanti altri“mestieri”, anche la professione del medico, oggi, non è più la stessa che un laureato in medicina svolgeva mezzo secolo fa. Immense sono le riflessioni sul tema già dagli anni della rivoluzione industriale, basti ricordare che già nei più prossimi anni ’50 del XX secolo, alle sensibili trasformazioni della professione e dell’organizzazione medico-assistenziale e ai dilemmi conseguenti, un grande filosofo, Karl Jaspers, aveva dedicato un libro, Il medico nell’età della tecnica, nel quale già si calava il sipario sul medico preistorico“di tipo sacerdotale, il medico ippocratico che cura razionalmente osservando con occhio imparziale il complesso dell’uomo e la sua situazione, il medico medievale aggrappato alle concezioni speculative derivanti dall’autorità”, nel tentativo di ridare centralità al rapporto tra chi cura e chi è curato (1). Una figura di medico è tramontata, ma forse non ne è emersa un’altra altrettanto definita e, allo stesso modo, sono entrate in un campo opinabile anche le definizioni di“malato-paziente”, di“atto medico”, di“malattia”.
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Note
Karl Jaspers, Ilmedico nell’età della tecnica, Raffaello Cortina Editore, Milano, 1986, p. 55.
Ivan Cavicchi, Maurizio Benato, La Professione, vol. 3, FNOMCeO, Roma, 2010, pp. 32, 28.
Max Weber, Il lavoro intellettuale come professione, Einaudi, Torino, 1994, p. 141.
Ivan Illich, Nemesi medica. L’espropriazione della salute, Mondadori, Milano, 2004, p. 30.
Lorenzo Speranza, Willem Tousijn, Giovanna Vicarelli, Medici in Italia: motivazioni, autonomia, appartenenza, Il Mulino, Bologna, 2008.
AA. VV., Centenario dell’istituzione degli ordini dei medici, FNOMCeO, Roma, 2010, p. 5.
Gian Aristide Norelli, Il dovere di curare, in Guida all’esercizio professionale per i medici e gli odontoiatri, CGEMS, Torino, 2006, pp. 3–11.
L’articolo 4 così recita: “Le persone hanno il diritto e il dovere di partecipare individualmente e collettivamente alla progettazione e realizzazione dell’assistenza sanitaria di cui hanno bisogno”, Alma Ata, 6–12 settembre 1978; la dichiarazione nella sua interezza: http://www.who.int/hpr/NPH/docs/declaration_almaata.pdf.
Health promotion glossary, Who edition, Ginevra, 1998.
Marshall McLuhan, Gli strumenti del comunicare, Il Saggiatore, Milano, 1987, p. 31.
Marco Ingrosso, Mirco Peccenini, L’evoluzione dei periodici del benessere fra mercato e servizio, Salute e Società, Franco Angeli, 2007, pp. 80–88.
Dichiarazione di Umberto Veronesi a la Repubblica, 12. 01. 1998.
L’appello viene ripreso l’11 febbraio anche da TempoMedico sotto forma di Manifesto per l’informazione, come riportato in Davide Rossi, La salute informata, Luigi Pellegrini Editore, Cosenza, 1999, p. 15.
Bollettino della Società Filosofica Italiana, n. 171, 2000, pp. 32–51.
Francesca Baldi e Alberto Mantovani, Comunicare i rischi a lungo termine: una riflessione, Istituto Superiore di Sanità, Roma, 2001.
La più celebre della trasmissioni televisive sulla salute, Check-up, nasce il 17 dicembre del 1977. Racconta Eolo Parodi nel suo libro intervista: “Biagio Agnes aveva creato, discutendone con me, Check-up. Anche da quel pulpito sparavo. It empi d’altra parte, non mi aiutavano molto. Per me è storia: 1977, diciassette dicembre, ore 12. 30. Fui ospite della prima trasmissione. Un grande successo. Ne parlarono tutti. Avevamo portato la medicina seria nelle case degli italiani: problemi, speranze, certezze” (Giuliano Crisalli, Eolo Parodi, Vita da medico, Redazione, Genova, 2007, p. 75).
Ricerca Censis 2010.
VI Rapporto Censis-Ucsi, Censis, 2006, pp. 10–11.
Platone, Le Leggi, BUR, Milano, 2005, pp. 876–878.
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Gatti, W. (2012). Benvenuto doctor web. In: Sanità e Web. I blu — Pagine di Scienza. Springer, Milano. https://doi.org/10.1007/978-88-470-1959-1_3
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