Riassunto
Nel Capitolo 1 abbiamo parlato di teletrasporto nella sua tradizionale “veste” fantascientifica, come un trasferimento senza moto intermedio. Lo abbiamo anche assimilato a qualcosa di simile a un fax tridimensionale, un’idea in linea di principio concepibile per la fisica classica (pre-quantistica): si acquisisce informazione sull’oggetto da teletrasportare e, a partire da questa informazione, si modella del materiale “grezzo” per creare una copia dell’oggetto di partenza. Più precisamente si ordinano atomi e molecole nello spazio e nel loro spettro di energia nello stesso modo in cui lo sono nell’oggetto di partenza. Il risultato di questa operazione è aver prodotto una copia dell’oggetto originale. Un esempio schematico di questo procedimento è mostrato nello schema sottostante dove l’oggetto da teletrasportare è un gatto.
Veronica Quaife: “non credo di arrivarci, cos’è accaduto?” Seth Bundle: “Ci è arrivata ma non lo accetta” (dopo che Seth Bundle ha azionato il teletrasporto spostando una calza della giornalista da una cabina all’altra). David Cronenberg, La Mosca
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Castellani, L., Fornaro, G.A. (2011). Il teletrasporto nella realtà. In: Teletrasporto. I blu. Springer, Milano. https://doi.org/10.1007/978-88-470-1614-9_8
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DOI: https://doi.org/10.1007/978-88-470-1614-9_8
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