Riassunto
Avevo 22 anniquando mi venne diagnosticato un disturbo di personalità borderline (DPB). All’inizio trovai che avere un’etichetta per il mio sconcertante “pescasintomi” fosse rassicurante, persino eccitante. Mi dava quasi — non del tutto — un senso di identità e comprai ogni libro che riuscivo a trovare che avesse in copertina le parole personalità borderline. La bulimia con gli occasionali periodi di alterazione del senso della fame; i tentativi di suicidio che erano più scenate che un desiderio di morte; il bere compulsivo e quel vago, orribile senso di vuoto nello stomaco come un gelido pantano di neve che mi avvolgeva e mi isolava anche in mezzo a una folla calda e chiassosa — totto questo si è rivelato come parte del disturbo.
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Bibliografia
Capote T: Breakfast at Tiffany’s: A Short Novel and Three Stories. New York, Random House, 1958
Kernberg PF, Weiner AS, Bardenstein KK: Personality Disorders in Children and Adolescents. New York, Basic Books, 2000
Yeomans FE, Clarkin JF, Kernberg OF: A Primer of Transference-Focused Psychotherapy for the Borderline Patient. Northvale, NJ, Jason Aronson, 2002
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© 2010 Springer-Verlag Italia
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Anonimi (2010). Vivere con il disturbo di personalità borderline. Due descrizioni di prima mano. In: Clerici, M. (eds) Disturbo di personalitá borderline. Springer, Milano. https://doi.org/10.1007/978-88-470-1514-2_6
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DOI: https://doi.org/10.1007/978-88-470-1514-2_6
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