Estratto
Quando si parla di Marte, il pensiero corre immediatamente alla fantascienza, in particolare al libro di H.G. Wells La guerra dei mondi, e al programma radiofonico del regista e sceneggiatore statunitense Orson Welles (un programma che, per l’eccessivo realismo, spaventò un’intera nazione il 30 ottobre 1938!). Tornano alla memoria anche le visioni dei canali di Marte, “pubblicizzati” principalmente dal miliardario statunitense Percival Lowell, e l’opinione, accettata fino alla metà del XX secolo, che poteva esistere vita intelligente sul pianeta rosso. Gli osservatori visuali, fra la fine del XIX secolo e l’inizio del XX, erano incollati all’oculare per cercare di ottenere qualche prova sull’esistenza dei canali marziani ma, a causa della turbolenza dall’atmosfera terrestre, anche con una buona esperienza e una strumentazione di prim’ordine, la maggior parte di loro non era sicura se i canali fossero realtà o illusione. Solo quei pochi osservatori che avevano avuto la fortuna di osservare il pianeta in condizioni di seeing quasi perfette si erano resi conto che i canali, semplicemente, non esistevano. Ci volle il flyby della sonda interplanetaria Mariner 4, nel luglio del 1965, per dimostrare che Marte era un mondo estremamente craterizzato e non adatto alla sopravvivenza di una qualsiasi forma di vita intelligente. Ora, nel XXI secolo, è difficile capire con quanta intensità, all’epoca, le persone credessero all’esistenza dei marziani. Vale la pena di raccontare il seguente aneddoto, citato spesso da Patrick Moore. Il 17 dicembre 1900, fu offerto un premio di 100.000 franchi (il premio Guzman) a chiunque avesse stabilito un contatto con un essere proveniente da un altro mondo. Curiosamente, Marte fu escluso dal premio, perché si pensava che contattare un marziano fosse troppo facile!
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(2008). L’imaging di Marte. In: Imaging planetario: Guida all’uso della webcam. Le Stelle. Springer, Milano. https://doi.org/10.1007/978-88-470-0720-8_12
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