Epilogo

Riassunto

«Ricordai Averroè — scrive Borges²⁶⁶ -, che chiuso nell’ámbito dell’islam, non poté mai sapere il significato delle voci tragedia e commedia». In realtà, come abbiamo visto, 1’ámbito culturale dove non si aveva più concreta esperienza del teatro cui si riferiva Artistotele, fu molto più vasto. Esso comprendeva, oltre ail’islam, non solo l’ellenismo siriaco, che rese possibile la traduzione araba della Poetica, ma anche la stessa grecità bizantina e tardoantica, che pure leggeva nell’originale, insieme con la Poetica, le antiche tragedie e commedie attiche. Questo tuttavia non significa che il mondo islamico ignorasse affatto il teatro: un grande mistico persiano quasi contemporaneo di Averroè paragonava Dio a un burattinaio turco che inscena molti drammi, e quando un personaggio ha finito la sua parte, lo rigetta nella cassa da dove l’ha tirato fuori²⁶⁷: la similitudine di Farīduddīn ʽAṭṭār, così si chiamava quel mistico, non dipende tanto da remote suggestioni platoniche, quanto dal fatto che spettacoli di marionette, o meglio delle loro ombre proiettate su uno schermo bianco, divertivano allora i musulmani. Ma sopra quel gioco volgare²⁶⁸ nessuno pensò di costruire un teatro illustre in cui riconoscere, come avevano fatto gli ateniesi, il tempio della poesia.