figure a

Filippo De Luca è mancato improvvisamente nella sua casa nel tardo pomeriggio del 20 marzo 2019, dopo un’ultima intensa giornata di lavoro clinico e scientifico presso la Clinica da Lui diretta al Policlinico Universitario di Messina. Il Prof Filippo De Luca era nato a San Costantino Calabro (Vibo Valentia) il 20 maggio 1949 ma ha trascorso tutta la vita a Messina presso la cui Università si è laureato nel 1973. Delineare la personalità umana e scientifico culturale di Filippo De Luca, specie per chi scrive, è estremamente agevole: Filippo De Luca è stato un bravo e onesto medico, un bravo e onesto docente e ricercatore, un bravo e onesto capo di un gruppo di docenti e ricercatori, un galantuomo. Non sono quindi necessari aggettivi e parole magniloquenti per ricordarlo, sono sufficienti i pochi aggettivi usati per restituirci la memoria di un Collega e un Amico veramente speciale.

Professore ordinario di Pediatria nell’Ateneo di Messina dal 1995, è stato Direttore dell’ UOC di Clinica Pediatrica dal 1998 e Direttore del Dipartimento ad Attività integrata materno-infantile dell’Azienda Ospedaliera Universitaria Policlinico Gaetano Martino dal 2009 oltre ad avere servito l’Ateneo per due mandati dirigendo il Dipartimento Universitario di Scienze Pediatriche Mediche e Chirurgiche al tempo in cui era attivato e quale Direttore della Scuola di Specializzazione in Pediatria.

Sin dai primissimi anni della sua attività, pur essendo un clinico pediatra professionalmente completo e competente, Filippo De Luca ha manifestato i propri interessi culturali nei confronti della Endocrinologia e della Diabetologia, sviluppati anche grazie a prolungati soggiorni di studio e ricerca a Zurigo e a Parigi. Un’attività di ricerca cospicua e qualificata che ha spaziato dalla patologia tiroidea a quella dell’accrescimento con spiccato interesse per l’iperplasia surrenalica congenita, alla diabetologia infantile e dell’età di transizione, dalla ricerca clinica a quella molecolare ma sempre con attenzione alla sua applicabilità traslazionale e quindi con ricadute di utilità clinica applicativa oltre che scientifica, come dimostrato dai brillanti indici bibliometrici raggiunti.

La personalità scientifica di Filippo De Luca ha avuto importanti riconoscimenti nelle attività societarie nazionali, la Società Italiana di Endocrinologia e Diabetologia Pediatrica, di cui è stato apprezzato Presidente, la Società Italiana di Pediatria e la Società Italiana di Endocrinologia, quest’ultima servita anche collaborando attivamente a questa Rivista e la storica Accademia Peloritana dei Pericolanti, fondata nel 1729 e del cui Consiglio di Presidenza faceva parte da alcuni anni.

Ci piace ricordare un suo lavoro dei primi anni ‘80 del novecento che dimostrava che l’assunzione di un anticonvulsivante, la carbamazepina, accelera la degradazione della tiroxina assunta, con ciò richiedendo un incremento della dose somministrata ai piccoli ipotiroidei e che questo lavoro è stato citato per oltre trent’anni nella trattatistica internazionale. Ci piace sottolineare che il suo pensiero scientifico si è prolungato nei decenni con continuità come testimoniato dagli studi sulla comorbidità autoimmune tiroidea nel diabete di tipo 1, apparsi negli anni ‘80 e continuati fino a due anni fa con uno studio sulle comorbidità autoimmuni nella tiroidite di Hashimoto e quelli, del tutto originali e con ampia risonanza scientifica, sulla fisiopatologia del diabete mellito in corso di fibrosi cistica, anch’essi condotti per decenni e fino a poco prima della sua scomparsa.

Per uno strano scherzo del destino era già programmata su questo numero de l’Endocrinologo la pubblicazione di una Rassegna su “L’ Ipotiroidismo congenito” da lui firmata. Ci piace qui ricordare e riconoscere l’importante ruolo svolto dal giovane Filippo De Luca in quella “lobby” scientifico-culturale che riuscì a rendere obbligatorio in Italia lo screening dell’ipotiroidismo congenito, facendo di fatto scomparire questa grave malattia.

Il 20 marzo, lasciando la Clinica dopo una giornata di gravosi impegni, il Filippo De Luca raccomandò insistentemente di predisporre gli abstract per il Congresso azionale della Società di Pediatria, trapassando, come Molière, in scena.