Sommario
La relazione fra il paziente acromegalico e lo specialista di riferimento può diventare problematica a causa della natura della malattia e delle sue conseguenze fenotipiche e psico-emotive. La maggior parte degli acromegalici, anche se la neurochirurgia è stata beneficialmente risolutiva ma, soprattutto, nel caso in cui non lo sia stata completamente, sono costretti a convivere per anni e anni con necessità diagnostiche e terapie croniche. Questo scenario comporta che il rapporto fra il paziente acromegalico, lo specialista e il contesto familiare e sociale debba comprendere non solo le competenze culturali ma una reale partecipazione empatica che consenta la serena gestione del problema di salute basata sulla consapevolezza, le conoscenze scientifiche e l’autodeterminazione del paziente.
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Conflitto di interesse
Gli autori Salvo Cannavò, Marco Liotta e Francesco Trimarchi dichiarano di non avere conflitti di interesse.
Consenso informato
Lo studio presentato in questo articolo non ha richiesto sperimentazione umana.
Studi sugli animali
Gli autori di questo articolo non hanno eseguito studi sugli animali.
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Proposto da Salvo Cannavò
Materiale elettronico supplementare
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Cannavò, S., Liotta, M. & Trimarchi, F. La problematica relazione fra il paziente acromegalico e l’endocrinologo: paure, aspettative e speranze. L'Endocrinologo 19, 312–317 (2018). https://doi.org/10.1007/s40619-018-00493-x
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