Un’autorità internazionale in Endocrinologia e, in particolare, in Neuroendocrinologia, uno scienziato brillante e ricco di immaginazione creativa, un fine intellettuale, una guida illuminata e aperta. Queste poche parole disegnano il profilo del Professore Luciano Martini.

Luciano è mancato il 13 luglio 2017 alla venerabile età di 90 anni, concludendo una carriera piena di straordinari risultati scientifici con riconosciuta leadership in società e comitati scientifici nazionali e internazionali e in accademie.

Laureato in Medicina e Chirurgia a Milano nel 1950, Luciano fu Assistente e Professore Incaricato di Farmacologia nell’Università di Milano fino al 1968, quando divenne Professore Ordinario e Direttore dell’Istituto di Farmacologia nell’Università di Perugia e, dal 1970, nell’Università di Pavia. Tornò a Milano nel 1972 come Professore Ordinario di Endocrinologia e come Direttore dell’Istituto di Endocrinologia da lui fondato, posizione tenuta fino al 2001 quando l’Università di Milano lo onorò conferendogli il titolo di Professore Emerito. Durante questi anni ha fondato e coordinato il Corso di Dottorato in Scienze Endocrine e Metaboliche e ha creato e diretto la Scuola di Specializzazione in Endocrinologia Sperimentale.

Tre grandi scienziati giocarono un ruolo fondamentale nello sviluppo della vita scientifica di Luciano Martini: il Professor Emilio Trabucchi, l’illuminato farmacologo che lo introdusse nel mondo dell’Endocrinologia; il Professor Geoffrey W. Harris, padre della Neuroendocrinologia, impressionato dalle attitudini scientifiche del giovane scienziato italiano, ne divenne consigliere scientifico e amico per tutta la vita; il Professor Gregory Pincus, ideatore della pillola anticoncezionale, ammirato dai primi risultati delle sue ricerche, lo invitò a tenere, qualche anno più tardi, una presentazione alla celebre Laurentian Hormone Conference. A seguito di tale invito, Luciano ebbe accesso alla comunità scientifica internazionale, grazie anche al sostegno prestigioso della Ford Foundation di New York, nel 1967. Da allora coordinò per oltre 20 anni il progetto di ricerca intitolato “Fisiologia della Riproduzione”, il cui valore scientifico e le cui consistenze finanziarie gli consentirono di attrarre nel proprio laboratorio scienziati italiani e numerosi studiosi stranieri interessati agli studi sulla regolazione neuroendocrina delle funzioni riproduttive.

Rigore scientifico, integrità morale, fine spirito critico e grande lungimiranza sono state la base della sua vita di scienziato. Luciano Martini non è mai stato un accademico clinico ma, grazie alla sua formazione medica, intuì che una profonda conoscenza dei fenomeni biologici e un’accurata ricerca per lo sviluppo di nuovi farmaci fossero elementi essenziali per il miglioramento della diagnosi e della terapia di malattie endocrine. Lungimirante sui progressi della ricerca endocrina, Luciano creò attorno agli anni 1955–1960 il primo gruppo italiano dedicato soltanto alla ricerca in Endocrinologia Sperimentale che, anno dopo anno, è cresciuto in consistenza numerica e visibilità internazionale. P. Limonta, R. Maggi, P. Magni, C.R. Melcangi, P. Negri-Cesi, A. Poletti si sono aggiunti al nucleo originario costituito da F. Celotti, F. Fraschini, G. Giuliani, G. Mangili, E.E. Müller, A. Pecile, F. Piva, M. Zanisi, contribuendo allo sviluppo di nuove linee di ricerca.

Luciano Martini ha consegnato alla letteratura internazionale oltre 400 articoli peer-reviewed, principalmente nei campi della neuroendocrinologia, oncologia endocrina, fisiologia della riproduzione, degli steroidi e del metabolismo energetico. Altrettanto vasta e prestigiosa è stata la sua attività editoriale: a lui si devono due volumi di Neuroendocrinology che hanno influenzato la rapida diffusione e crescita di questa disciplina e una serie di nove volumi biennali intitolati Frontiers in Neuroendocrinology, trasformato in un trimestrale tuttora edito. È stato anche Editor-in-Chief dei 12 volumi di Comprehensive Endocrinology e di The Encyclopedia of Endocrine Diseases. In riconoscimento dei risultati della sua incessante attività scientifica, Luciano è stato insignito di Lauree Honoris Causa in Medicina dalle Università di Liegi, di Santiago de Compostela e di Pècs e in Biotecnologie dall’Università di Milano. I riconoscimenti conseguiti includono, fra i molti altri, il Premio Junkman-Schoeller (1968) della Società Tedesca di Endocrinologia, la medaglia d’oro del Ministero della Pubblica Istruzione (1978), i premi Axel Munthe (1982) e Feltrinelli (1989). Ha presieduto molte società scientifiche nazionali e internazionali, quali la International Society of Neuroendocrinology, la Società Italiana di Endocrinologia e la International Society of Endocrinology. Ha fondato e presieduto la European Federation of Endocrine Societies, attualmente denominata European Society of Endocrinology (ESE). Membro Effettivo dell’ “Accademia di Scienze e Lettere”, è stato Socio Nazionale dell’Accademia Nazionale dei Lincei.

Un ritratto di Luciano Martini sarebbe incompleto se si dimenticasse di ricordare la sua passione per la musica. È stato un pianista dotato, oltre che un appassionato ascoltatore e conoscitore di ogni genere di musica, anche contemporanea, guardata con profonda attenzione e senso critico. È stato anche un appassionato cultore di arti figurative e di storia contemporanea.

Professor Luciano Martini, sarai rimpianto da tutti coloro che hanno avuto occasione di interagire con te direttamente, ma anche da chi ha avuto modo di incontrarti e incrociare il tuo cammino anche a distanza. Sarai ricordato come “il Maestro”, il pioniere della Neuroendocrinologia in Italia, l’ambasciatore della Scienza italiana nel mondo ma, soprattutto, la guida generosa e amichevole che lascia un’eredità indimenticabile. Tutti noi sentiamo la tua mancanza.

Con gratitudine,

Marcella Motta anche a nome di tutti gli Allievi