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Irsutismo e androgenizzazione: iter diagnostico

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L’Endocrinologo Aims and scope

Riassunto

L’iperandrogenismo nella donna può dar luogo, da un punto di vista clinico, a ipertricosi, irsutismo e virilismo. Sia nell’ipertricosi che nell’irsutismo il problema estetico è sicuramente rilevante, ma nel caso dell’irsutismo si deve sempre pensare a una situazione patologica correlata a un eccesso di produzione di androgeni o della loro azione. L’ipertricosi, inoltre, può essere legata a una variabilità individuale e dipendere essenzialmente da fattori costituzionali, genetici ed etnici. La “virilizzazione” è una situazione di mascolinizzazione, con regressione dei caratteri sessuali femminili, di cui l’irsutismo è solo uno dei sintomi, che si associa a ipertrofia muscolare, regressione mammaria, alopecia frontale, iperseborrea, acne e ipertrofia cli tor idea. Alopecia, acne, iperseborrea della cute e/o del cuoio capelluto possono essere anche manifestazioni isolate o coesistere con le altre forme di iperandrogenismo. Le alterazioni del ciclo mestruale (oligomenorrea, amenorrea e sanguinamento disfunzionale) sono un sintomo quasi costante dell’iperandrogenismo. Anche l’accumulo di grasso addominale può essere considerato un altro sintomo di iperandrogenismo. Infine, un’altra manifestazione clinica di iperandrogenismo, evidenziabile solo nelle bambine prepuberi, è l’accelerazione nella velocità di crescita. Le principali sorgenti di androgeni nella donna sono l’ovaio e il surrene, anche se molti tessuti periferici (cute in primo luogo) sono in grado di trasformare precursori in androgeni attivi. Una accurata anamnesi e un attento esame obiettivo possono essere molto utili per l’indirizzo diagnostico, anche se per la conferma diagnostica sono necessari esami di laboratorio e strumentali che vanno comunque prospettati sulla base delle ipotesi che la clinica ha suggerito: sicuramente il testosterone, il deidroepiandrosterone solf ato e il 17-α-idrossiprogesterone, le gonadotropine (LH, FSH), la prolattina e il TSH. Queste ultime due indagini devono consentire di escludere le forme secondarie a iperprolattinemia o gli iperandrogenismi (soprattutto acne) associati a distiroidismo. Se la paziente ha cicli mestruali regolari, la valutazione del progesterone ha sicuramente significato. Tale parametro va richiesto solo in questi casi e solo nella fase del ciclo più appropriat a, cioè tra il 21° e il 25° giorno. Se i valori superano i 6 ng/dl, il ciclo può essere considerato sicuramente ovulatorio e possiamo orientarci verso un irsutismo periferico o idiopatico, poiché un ciclo ovulatorio esclude una situazione di iperandrogenismo di grande rilievo e, per definizione, la sindrome dell’ovaio policistico. Gli altri esami vanno eseguiti nella fase follicolare precoce. Tra gli esami strumentali, l’ecografia pelvica, eseguita quando possibile con sonde transvaginali, è di certo l’indagine più appropriata per lo studio dell’ovaio, mentre la tomografia computerizzata è la più appropriata per lo studio del surrene.

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Toscano, V. Irsutismo e androgenizzazione: iter diagnostico. L’Endocrinologo 4, 108–117 (2003). https://doi.org/10.1007/BF03344462

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