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Sulla risultante di due polinomi in una variabile

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Rendiconti del Circolo Matematico di Palermo (1884-1940)

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  1. Sia μ=f(u1, ..., un una funzione definita nel campo rettangolare C costituito dagli intervalli I1,...,I, ed i suoi valori esauriscano un intervallo J. nel quale sia definita una funzione β (μ) della variabile a; allora sarà β[fu1, ...,un)] una funzione defini;ta in C. Se μ. =fu1, ..., une P[β f(u1, ...,un)]sono continue in C, anche β(μ) ècontinui in J. Cfr. la mia Nota:Osservazioni sulle funzioni continue [Rendiconti della R. Accademia dei Lincei, vol. XXII, I° semestre 1913, pp. 594–596].

  2. Non possono svanire del tutto, poiché in tal caso la (16) si ridurrebbe a e quindix non potrebbe essere che un polinomio di grado k — I. (CasoA, da noi escluso).

  3. Anzi due almeno dellea i debbono non esser nulle [cfr. 2)].

  4. Altrimenti, per la (17),x si ridurrebbe ad un polinomio di gradok — I. (CasoA, da noi escluso).

  5. Ciò generalizza un teorema del Prof.Segre: Su una classe di superficie degli iperspazi, legala

  6. A prescindere dai fattori costanti.

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Cecioni, F. Sulla risultante di due polinomi in una variabile. Rend. Circ. Matem. Palermo 36, 296–298 (1913). https://doi.org/10.1007/BF03016034

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