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Contributo allo studio della resistenza elettrica delle soluzioni, considerata come funzione della pressione e della temperatura

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Il Nuovo Cimento (1895-1900)

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References

  1. F. Kohlrausch u. H. Heydweiller, l. c.

  2. E. Pfeiffer. Beobachtungen über die galvanische Leitungsfähigkeit reinen Wassers und über seinen Temperaturcoefficienten insbesondere. (Wied. Ann., 31, 831, 1887).

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  3. L’aumento del grado di dissociazione di un elettrolito con la pressione, così come la diminuzione dell’attrito interno degli joni, quindi l’aumento conseguente della velocità con cui varia la resistenza elettrica di una soluzione per l’aumento della temperatura allorquando la soluzione viene sottoposta ad una pressione, è una nuova conferma di un fatto da me già precedeutemente studiato. In un lavoro che pubblicai negli Atti del R. Ist. Ven. di S. Lett. ed Ar. (7) vol. 4o, p. 1466, anu. 1892–93, ho dimostrato che la velocità di variazione della resistenza elettrica di una soluzione aumenta in vicinanza alla temperatura del massimo di densità. Questa conclusione venne contraddetta dal sig. Deguisne (Wied. Ann. 52, 604, 1894 e N. Cim. (4) 1. 59, 1894); ma il Deguisne stesso però nulla ebbe più a ridire dopo la mia nuova pubblicazione fatta in proposito (Atti dell’Acc. dei Fisiocritici (4), 7o, 1897), nella quale ho dimostrato come venuero erroneamente interpretate le sue esperienze, e con nuove ricerche riverificai l’esistenza del fatto in questione. Or bene le conclusioni a cui conducono le presenti ricerche fatte con altri intendimenti, portano a mostrare in modo inaspettato e con tutta sicurezza la verità dei mici precedenti risultati. Secondo le ideo infatti ora comunemente ammesse, le proprietà di un elettrolito che si trova in soluzione, dipenderebbero più che dalle proprietà del solvente, dal suo volume. Allorquando pertanto il solvente passa attraverso alla temperatura del massimo di densità, il suo volume va continuamente diminuendo, pèr cui lo stato dell’elettolito oltre che seguire le variazioni dovute all’aumento della temperatura è soggetto anche ad una diminuzione di volume, come se venisse assoggettato ad una pressione. Il grado di jonizzazione dell’elettrolito deve dunque, aumentare più velocemente di quello che sia voluto dall’aumento della temperatura, mentre deve diminuire più velocemente l’attrito iuterno degli joni; ciò porta per conseguenza un aumento di conducibilità, allo stesso modo che lo porta anche per se stesso la diminuzione di volume del solvente, e quindi l’avvicinamento delle molecole dell’elettrolito; tutto quindi tende a far conchiudere che per temperature prossime a quella del massimo di densità si deve realmente avere un aumento nella velocità con cui diminuisce la resistenza della soluzione, così appunto come risulta dalle mie precedenti esperienze.

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Lussana, S. Contributo allo studio della resistenza elettrica delle soluzioni, considerata come funzione della pressione e della temperatura. Nuovo Cim 5, 441–459 (1897). https://doi.org/10.1007/BF02718967

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