Nuove prospettive per un modello integrato di funzionamento mentale

Riassunto

Le neuroscienze si differenziano rispetto alle altre scienze psicologiche e biologiche (Freberg, 2010; Toates, 2011) soprattutto per quanto riguarda il percorso storico che ha portato alla loro nascita; questa particolarità è dovuta prevalentemente all’oggetto di studio, il sistema nervoso e il cervello, la plasticità e il funzionamento cerebrale, le modalità con cui i diversi stimoli ambientali possono indurre modificazioni più o meno stabili della struttura e dell’attività delle diverse aree cerebrali, nella prospettiva di una comprensione multidisciplinare del comportamento umano (Kolb e Whinshaw, 2011). Diverse sono le aree di ricerca delle neuroscienze (Squire et al., 2013; Binder et al., 2008), difficili da circoscrivere perché in continua evoluzione; spaziano dagli aspetti epidemiologico-genetici del comportamento alle funzioni specifiche delle diverse aree cerebrali. Gli approcci prevalentemente utilizzati sono bottom-up: il sistema nervoso è esaminato nelle sue peculiari componenti molecolari, cellulari o dei circuiti neurali, per delineare le teorie di funzionamento; l’altro approccio, quello top-down, consente di correlare, invece, funzioni mentali complesse a organizzazioni di sistemi di neuroni e di aree cerebrali sottese; questa modalità di indagine riflette il paradigma che ogni fenomeno mentale rappresenti il riflesso di una funzione cerebrale. Questi due approcci sono indicativi delle due prospettive del metodo scientifico, i processi deduttivo e induttivo, che, secondo Kandel (2005), non dovrebbero essere utilizzati singolarmente, bensì in modo complementare, per poter rendere ragione della complessità delle funzioni mentali e di quelle neurobiologiche connesse.