Riassunto
E allora riprendiamo senza ulteriori indugi questo nostro viaggio che ci porterà fino ai confini ultimi del Sistema Solare! Ma non preoccupatevi: non faremo certo la fine delle sonde Pioneer e Voyager dalle quali ci siamo fatti precedere qualche decennio fa! Esse sono ancora in viaggio e non potranno tornare mai più sulla Terra. La luce impiega circa sei ore a raggiungere la quarantina di Unità Astronomiche che ci separa dalla fine del nostro sistema planetario; una distanza che le nostre sonde tentano di coprire da più di trent’anni. A noi invece questo viaggio prenderà solo il tempo di leggere un libro, questo libro. Inoltre, per tornare indietro, ci basterà sfogliare le sue pagine alla rovescia… Nei libri, l’esistenza della freccia del tempo si traduce nella perdita di significato delle parole quando vengono lette al contrario, uno dei prezzi da pagare all’entropia. C’è una soluzione anche a questo: leggete il libro e poi, una volta chiuso, rileggetelo dopo averlo ruotato attorno al suo asse — la costa del volume — portando la quarta di copertina verso il basso a sinistra e facendo emergere la prima di copertina da destra. Il libro può essere un universo ciclico, che si ripete identico a sé stesso. Ma non fatevi illusioni: lui forse non cambia, ma nel frattempo sarete comunque cambiati voi. Dopo avervi rassicurato sulla natura del viaggio che ci accingiamo a continuare, decidiamo di ripartire e — con una rincorsa e uno slancio titanici tali da vincere la forza di attrazione gravitazionale del nostro pianeta che ci impone una velocità maggiore di 11 chilometri al secondo (!) — balziamo al solito in direzione opposta al Sole atterrando dopo poco, a circa settanta milioni di chilometri dalla nostra posizione. Dal momento che stiamo approfittando di un ideale allineamento di tutti i pianeti, il nostro balzo ci condurrà dritti dritti su Marte, successiva tappa del nostro viaggio.
Quindi ripreser gli occhi miei virtute a rilevarsi; e vidimi translato sol con mia donna in più alta salute. Ben m’accors’io ch’io era più levato, per l’affocato riso de la stella, che mi parea più roggio che l’usato Dante, Paradiso, Canto XIV Un allineamento che a volte capita e dal quale ci aspettiamo — al solito — eventi catastrofici che puntualmente… non arrivano!
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(2010). Marte, la terra promessa (ma non ancora mantenuta!). In: Pianeti tra le note. I blu. Springer, Milano. https://doi.org/10.1007/978-88-470-1185-4_12
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