Riassunto
La sperimentazione con collisionatori e+e− ha visto l’Italia in prima linea a partire dagli anni ’60 dello scorso secolo, inizialmente con la realizzazione del primo prototipo di Anello di Accumulazione, AdA, ai Laboratori Nazionali di Frascati dell’INFN e quindi con Adone (=grosso AdA), a \( \sqrt s = 3 \) GeV. Sono poi seguiti una serie di collisionatori negli USA, in Europa, in Giappone, in Russia e in Cina. Un grosso impeto alla costruzione di macchine acceleratrici e+e− di sempre più alta energia è venuto dalla scoperta della particella denominata J/ϕ a SLAC (Standford, USA) nel 1974. Si tratta del mesone composto da una coppia \( q\bar q \) del quarto tipo di quark, il charm. In precedenza, le interazioni e+e− avevano fornito la prima indicazione sperimentale del numero quantico di colore dei quark. Nel 1977 avvenne, in maniera analoga alla J/ϕ, la scoperta dell’esistenza di una terza famiglia di quark, ossia il quinto della serie (il quark bottom) nei mesoni Λ. Poco dopo, anche nei leptoni venne del LEP (1989) sono iniziate una serie di misure di altissima precisione dei parametri della teoria elettrodebole e della verifica del Modello Standard. In questo capitolo, tratteremo questa serie di scoperte.
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Braibant, S., Giacomelli, G., Spurio, M. (2009). Scoperte con collisioni positrone — elettrone. In: Particelle e interazioni fondamentali. UNITEXT(). Springer, Milano. https://doi.org/10.1007/978-88-470-1161-8_9
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DOI: https://doi.org/10.1007/978-88-470-1161-8_9
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